Eugesta (Jan 2015)
Baliatico, αἰδώς e malocchio: capire l’allattamento nella Grecia di epoca arcaica e classica anche con l’aiuto delle fonti romane
Abstract
In passato alcuni studiosi hanno sostenuto che le donne greche, come quelle romane descritte da Sorano, non allattassero personalmente i loro figli, preferendo assumere nutrici a questo scopo. Sorano, però, parlava di una “moda” in voga soltanto nella Roma imperiale. Da un’attenta analisi delle fonti greche, infatti, si può intuire che le madri nella Grecia di epoca arcaica e classica tendenzialmente allattassero. Probabilmente per questa ragione le fonti greche non si sono mai soffermate su problemi al contrario molto dibattuti a Roma, come le conseguenze che poteva avere un latte alieno sul bambino, e, di conseguenza, sull’intero genos. Scandagliano però con attenzione le testimonianze greche possiamo cogliere anche in esse qualche riferimento, seppure meno esplicito, all’esistenza di latti con caratteristiche diverse e in grado di veicolare determinati caratteri genetici. Una volta stabilito che le donne elleniche allattavano, si è cercato di dare una spiegazione alla rarità di immagini di donne che allattano nella Grecia continentale, individuando principalmente tre motivi: il concetto molto radicato nella cultura greca di aidós, la teoria dell’emogenesi dal latte materno dal sangue mestruale e un più generico sentimento di “scaramanzia” e paura connessi con alcuni momenti molto delicati della vita della donna e del bambino (si pendi a esempio al malocchio). Contemporaneamente, si è cercato di prendere le distanze da concetti molto abusati in passato, come tabù, magia e misoginia.