Studi Giraldiani (Dec 2023)
Giovan Battista Giraldi Cinthio e il ciclo dinastico estense della “delizia” di Copparo
Abstract
Giovan Battista Giraldi Cinthio e il ciclo dinastico estense della “delizia” di Copparo Oggi rimane soltanto un massiccio torrione del grande palazzo che Ercole II d’Este volle ristrutturare negli anni quaranta del Cinquecento a Copparo, poco lontano da Ferrara. All’interno si poteva ammirare il perduto «salotto in crose», dove Camillo Filippi aveva dipinto realistiche vedute delle terre estensi, e Girolamo da Carpi, con l’aiuto di Benvenuto Tisi detto il Garofalo, una serie di ritratti dei signori di Ferrara. Alle immagini di tale ciclo dinastico allude ripetutamente Giovan Battista Giraldi Cinthio, nel ripercorrere le biografie dei signori d’Este nel De Ferraria et Atestinis Principibus Commentariolum (1556). Un’indagine su quest’opera (volgarizzata da Ludovico Domenichi nel 1556) risulta utile per provare a comprendere le caratteristiche delle perdute pitture murali, i modelli utilizzati per certi ritratti, e la passione degli Estensi per le vicende della propria famiglia, che di lì a non molto stimolò ulteriori indagini storiche e si manifestò in un esteso ciclo concepito da Pirro Ligorio per il cortile del Castello di Ferrara, di cui resta ben poco. Giovan Battista Giraldi Cinthio and the Este dynastic cycle in the “delizia” of Copparo Today only a massive tower remains of the enormous palace which Ercole II d’Este rebuilt in the 1540s in Copparo, not far from Ferrara. Inside there used to be a famous «salotto in crose», where Camillo Filippi painted a series of realistic views of the Este’s lands, and Girolamo da Carpi, with the help of Benvenuto Tisi known as Garofalo, represented a sequence of portraits of the lords of Ferrara. Giovan Battista Giraldi Cinthio alludes to the images of this dynastic cycle, by retracing the biographies of the lords of the Este family in the De Ferraria et Atestinis Principibus Commentariolum (1556). An investigation into this work (translated into «volgare» by Ludovico Domenichi in 1556) is useful in order to try to understand the characteristics of the lost wall paintings, the models chosen for certain portraits, and the Estensi’s passion for the past of their family, that not long after stimulated further historical investigations and an extensive cycle conceived by Pirro Ligorio for the courtyard of the Castle of Ferrara, of which very little remains.
Keywords