Enthymema (Jun 2017)
Prospettivismo felino e profondità saggistica in Montaigne e Smart.
Abstract
Michel de Montaigne, nella sua Apologie de Raymond Sebond, porta come esempio di relativismo conoscitivo i giochi che fa con la sua sua micia domestica, innalzando il punto di vista della bestiola allo stesso livello di validità di quello umano. Anche nel Jubilate Agno di Christopher Smart il gatto Jeoffry ricopre un compito simile, seppure con modalità più superomistiche e magniloquenti. Ciò che accomuna i due scrittori e il loro rapporto con l’alterità felina è il voler attenuare le spinte verso un dogmatismo universalizzante in favore di un’allure di domesticità e familiarità che classificano i testi come frutto di una soggettività finita e imperfetta. Proprio in virtù di questo “addomesticamento” delle pulsioni generalizzatrici, si vogliono leggere i gatti alla stregua di espedienti letterari animati dalla figura del bathos, corrispettivo speculare del sublime descritto da Pseudo-Longino. In the Apology of Raymond Sebond Montaigne relates his intimate pastime with his kitten as an example of cognitive relativism, granting the domestic animal’s point of view the same validity of the human perspective. In Christopher Smart’s Jubilate Agno Jeoffry the cat is appointed the same rhetorical duty, if with a more magniloquent attitude. What is common to both authors’ approach to the feline other is the mitigating of the universalising drives in favour of a domestic and familiar tone, which classify the texts as the work of a finite and often imperfect subjectivity. It is in this perspective of a taming of the generalizing desires that the two cats are to be investigated: as literary devices which spring from a very peculiar trope, the bathos, i.e. the specular correlative of Longinus’ sublime.