ACME (Jan 2016)
Introduzione
Abstract
Il termine “modernismo”, letterariamente riservato, fino a non molto tempo fa, a designare nell’ambito della cultura angloamericana l’insorgere fra gli anni dieci e venti del Novecento di istanze e tensioni che dovevano trovare nelle opere di Joyce, Pound, Eliot, Woolf un’espressione ritenuta emblematica, ha ricevuto positiva accoglienza e appare ormai largamente usato anche nella critica italiana, che non più condizionata dal riferimento – già inevitabile ma ormai lontano – alle ansie di rinnovamento religioso che si legarono ai nomi di Romolo Murri e di Ernesto Buonaiuti ha creduto opportuno uniformarsi a quanto era invalso altrove, e non solo nella letteratura.