Lexicon Philosophicum (Mar 2024)

Natura simplici e idea

  • Gilles Olivo

DOI
https://doi.org/10.19283/lph-202210.767
Journal volume & issue
no. 10
pp. 41 – 73

Abstract

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Il vocabolario delle nature semplici trovato nelle Regulae scompare dalle opere e dalla corrispondenza successive di Cartesio, che conosce solo il vocabolario dell'idea. Ciò significa che le due nozioni sono equivalenti? Mostriamo che non è così. La natura semplice trae la sua semplicità e la sua certezza dall'unità dell'intuitus che la delimita: ciò che è conosciuto dall'intuitus è certo solo dalla luce naturale in cui l'intuitus lo dispiega e lo abbraccia. Questa capacità propria della mente di certificare da sé che qualcosa è conosciuto con certezza, testimonia il fatto che l'intuitus è certo in quanto fornisce un'evidenza, che la libera dalla possibilità dell'errore. Questo non è il caso dell'idea come percezione dell'intelletto, che come tale non può essa stessa garantire la propria certezza, poiché ciò spetta alla volontà nell'ambito della teoria del giudizio. L'idea, come percezione dell'intelletto, può contenere, in linea di principio, falsità e proprio da questa possibilità la facoltà di conoscere deve guardarsi nell'uso del giudizio. L'abbandono del vocabolario delle nature semplici in favore di quello dell'idea testimonia questa nuova posizione che si impone a Cartesio a causa della teoria della creazione delle verità eterne formulata nelle lettere a Mersenne del 1630 e correlativamente, dell'insieme delle condizioni in gioco per determinare l'essenza della verità come certezza non ancora compresa nel testo delle Regulae.

Keywords