Between (Dec 2019)
L'assenza del narratore come dispositivo di validazione del reale nel romanzo di Adelchi Battista. La voce silente di <i>Io sono la guerra</i>
Abstract
Il rapporto fra realtà e fiction, ossia fra «realtà, verità e linguaggio»(Benvenuti 2009: 133), impegna il dibattito critico ormai da decenni in un confronto interdisciplinare ancora molto vivo. Situandosi all’interno di questo dibattito, il presente contributo si propone di concentrare l’analisi su Io sono la guerra, romanzo storico (o neostorico o dopostorico) scritto nel 2012 da Adelchi Battista, muovendosi su due piani diversi ma interconnessi. Da un lato, l’analisi si soffermerà sulle strategie stilistiche e formali messe in atto dall’autore, scelto come campione della tendenza al racconto di ‘storie vere’ che già da qualche anno si dimostra punto di incontro privilegiato fra gli sforzi dell’industria editoriale e i gusti del grande pubblico. Dall’altro, si tenterà di concentrare l’analisi sui problemi legati alla ricezione di testi comeIo sono la guerra, fondati e animati da una potente vena antiromanzesca funzionale a convincere il lettore di avere fra le mani resoconti fattuali attendibili degli eventi che raccontano. In questo contesto, si tenterà di muoversi a partire da difficili quesiti come, ad esempio: di che natura è il rapporto che si instaura fra il testo, per come è costruito e pubblicizzato, e il modo in cui il lettore costruisce la sua realtà?
Keywords