Journal of Biomedical Practitioners (Jun 2020)

Utilità clinica dei fattori di crescita nel plasma ricco di piastrine (PRP). Analisi dell'efficacia di differenti metodi di preparazione

  • Veronica Cunsolo,
  • Valentina Luti,
  • Fiammetta Fossi,
  • Chiara Grossini,
  • Valentina Fulgido,
  • Iacopo Cipollini,
  • Alba Marzo,
  • Riccardo Saccardi

DOI
https://doi.org/10.13135/2532-7925/4656
Journal volume & issue
Vol. 4, no. 1

Abstract

Read online

Introduzione e scopo Nel corso degli ultimi anni l'impiego di emocomponenti ad uso non infusionale o non trasfusionale, come il concentrato piastrinico (o plasma ricco di piastrine – PRP), si è rapidamente allargato a varie applicazioni cliniche di diversi ambiti specialistici. Il PRP ha un'elevata concentrazione di piastrine che lo rendono funzionale ai processi di riparazione e rigenerazione dei tessuti lesi. Tali effetti dipendono dal fatto che nei granuli alfa delle piastrine sono presenti dei fattori di crescita, in grado non solo di stimolare la rigenerazione tessutale, ma, anche, di mettere in campo un'imponente risposta antinfiammatoria locale, chiamata chemiotassi. I principali fattori di crescita identificati che innescano e promuovono i processi di rigenerazione tessutale sono il TGF-β (Trasforming Growth Factor beta), il VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor) e il PDGF (Platelet Derived Growth Factor). Lo scopo di questo lavoro è quello di confrontare i parametri caratteristici degli emocomponenti ad uso non infusionale ottenuti con le diverse possibili modalità di preparazione, al fine di poter individuare quale sia quella in grado di garantire, ai pazienti trattati, il miglior effetto terapeutico, in termini di efficacia e durevolezza. Materiali e metodi La tipologia di emocomponente ad uso non infusionale da preparare, per il trattamento dei pazienti, viene scelta dal medico trasfusionista, in base alle loro caratteristiche cliniche, quali età, accessi venosi e patologie concomitanti, scegliendo tra il PRP da Sistema Dedicato (PRP-SD), il PRP da aferesi (PRP-AFE), il PRP omologo (PRP-OMO) e la Leuco-plasma-piastrinoaferesi (L-PRP). Risultati Su tutti i pazienti trattati con il PRP è stato eseguito l'emocromo di controllo prima del prelievo e, successivamente, sull'emocomponente. I risultati ottenuti sono stati, quindi, confrontati con i dati riportati in letteratura, al fine di identificare il metodo di preparazione del PRP più efficace, in termini di resa piastrinica e di leucociti. Conclusioni I dati presenti in letteratura evidenziano che il numero di piastrine e leucociti, presenti nel PRP, influenza notevolmente l'outcome del paziente. Dal confronto dei risultati ottenuti si è osservata una certa variabilità del contenuto di piastrine e di leucociti nel PRP preparato con le diverse modalità di lavorazione. Tenendo conto, quindi, delle nuove evidenze scientifiche in materia, si può affermare che il PRP-SD sia l'emocomponente in grado di garantire il miglior effetto terapeutico, in termini di efficacia e durevolezza. Parole chiave: PRP, Fattori di crescita, Piastrine, Leucociti.

Keywords