ArcHistoR Architettura Storia Restauro: Architecture History Restoration (Nov 2020)

«Till the day we come back and the clock over the door starts ticking again» Strategies and Problems of the Forsaken Towns of the Marche after the 2016 Earthquake

  • Andrea Ugolini,
  • Annalisa Conforti

DOI
https://doi.org/10.14633/AHR247
Journal volume & issue
Vol. 0, no. 0
pp. 846 – 869

Abstract

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Every landscape is deeply affected and molded by the actions of nature and mankind and it slowly becomes the collective sum of the “shapes” of “that” specific environment and their mutual interactions. The seismic shocks that occurred in August 2016 devastated a large portion of the Apennine territory. They changed and irrevocably scarred the natural landscape and the unique old local towns. This essay will focus on specific examples of the Marchigian Apennine hillside area and, more specifically, on towns located in a portion of the territory called “the crater”. For the past few years, these locations have been slowly abandoned as they are distant from the main economic centers and from any major transportation infrastructure. This has been the case even more since the 2016 earthquake, which profoundly devastated these areas, making the trend almost irreversible. Starting with three sites affected by the earthquake in different ways, this essay will present strategies and action plans to avoid the complete disappearance of this inestimable patrimony. While discussing the reconstruction and restoration approaches for the historic urban centers, the essay will present the risks of using SAE (Emergency Living Modules), and will propose ways to rebuild local structures using recovered rubble material, now itemized and properly stored, as well as speculating on what the local people’s expectations are and what the future use of these towns will be. «A quando ritorneremo e l'orologio sopra la porta ricomincerà a pulsare». Strategie e problemi della ricostruzione nei centri abbandonati delle Marche dopo il sisma del 2016 Il paesaggio da sempre porta su di sé i segni delle mutazioni prodotte dall’azione dell’uomo e della natura configurandosi perciò come quell’insieme di “forme” proprie di “quel” determinato ambiente e delle loro reciproche relazioni. Le scosse sismiche, che dall’agosto del 2016 hanno interessato un ampio brano del territorio appenninico, hanno ferito ed irrimediabilmente segnato i paesaggi antropici naturali ed i loro centri antichi con le loro diversità storico culturali. Il saggio intende focalizzarsi su alcune realtà dell’area collinare appenninica del versante marchigiano, in particolare sull’area cosiddetta “cratere”. Luoghi già da tempo in via spopolamento, perché lontani dai poli di maggior attrazione economica e dalle grandi infrastrutture di comunicazione. Un fenomeno, quello dell’abbandono, che all’indomani dello sciamo sismico del 2016 si è accentuato in maniera significativa apparendo in molti casi quasi irreversibile. Partendo quindi da tre realtà segnate dal terremoto in modo diverso, si vuole riflettere su alcune delle strategie messe in atto per impedire la scomparsa totale di un patrimonio. Nell’affrontare il tema della ricostruzione accanto alle problematiche della salvaguardia della forma urbana, ci si interrogherà su come e perché ricostruire in situ, sui rischi delle SAE (soluzioni abitative d’emergenza), ma soprattutto su quale risultato la popolazione si aspetta e quale sarà l’utilizzo di questi borghi.

Keywords