Between (Nov 2015)
Songs and Verses of New Ethnicities: Resistance and Representation in Black British Culture
Abstract
Il saggio prende avvio da un analisi del ‘documentario’ Handsworth Songs, girato dai Black Audio Film Collective nel 1986 e ispirato agli scontri che hanno infiammato la città di Birmingham nel 1985. Mescolando Storia, storie e materiale d’archivio, esso cerca di dare una nuova prospettiva su quello che i media avevano fatto passare come ‘looting’, senza indagarne (spesso negandone) le ragioni sociali e politiche. Presentandosi come riflessione sul presente delle lotte delle comunità black in Gran Bretagna e contemporaneamente come ricerca stilistica ed estetica, Handsworth Songs diventa una tappa fondamentale nella nascita di una tradizione critica black British. La sua proiezione genera, infatti, una serie di reazioni opposte e controverse, in particolare la pubblicazione sul Guardian dei commenti di Salman Rushdie e Stuart Hall. Nella polemica che ne scaturisce si esplica il tentativo di individuare un diverso modo per rappresentare tanto i riot, come forma di resistenza e affermazione, quanto il black British, come soggetto politico British e non più ‘altro’, estraneo ai confini geografici e culturali nazionali. Le posizioni opposte di Rushdie e Hall costituiscono un tentativo di rimettere in discussione i discorsi e i regimi di rappresentazione ‘ufficiali’, al fine di individuare nuove pratiche di rappresentazione autonome e lontane da marginalizzazioni o ‘mitiche criminalizzazioni’ (Paul Gilroy). Proprio dopo questa polemica, non a caso, saranno pubblicati due testi centrali alla storia culturale della black Britain: “New Ethnicities” (1988) di Stuart Hall e The Satanic Verses (1988) di Salman Rushdie, in cui sembrano confluire in parte le riflessioni generate dalla visione di Handsworth Songs, che porteranno a una fondamentale ri-definizione e re-visione della blackness.
Keywords