Between (Nov 2015)

Letteratura e poteri: forme e funzioni del consenso e del dissenso

  • Mario Domenichelli

DOI
https://doi.org/10.13125/2039-6597/2004
Journal volume & issue
Vol. 5, no. 10

Abstract

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Le finzioni ‘mimetiche’, le narrazioni, in quanto moltiplicazione nella variazione di un mito di fondazione, sono lo strumento attraverso cui il potere dominante si legittima e governa con il consenso dei governati su comuni valori e credenze e dunque l’accordo su di una condivisa ratio politica, ciò che implica anche il dissenso su istanze che si contrappongano al grand récit, o alla master fiction del potere costituito. C’è una terza posizione al proposito, quella della letteratura come campo di forza autonomo, la letteratura come discorso della pureté che vuole porsi al di fuori, al di sopra, del gioco contrapposto di poteri e contropoteri. In realtà la letteratura, la produzione di finzioni apre uno spazio immaginario, uno spazio in cui prende forma la memoria culturale, si dà forma la storia stessa nella dialettica tra ciò che viene rammemorato, e ciò che invece viene obliato. La cultura di massa in quanto produzione di finzioni ‘mimetiche’ è lo spazio in cui si costruisce un consenso globale, e in cui, pertanto, si apre anche conflittualità globale senza remissione: l’intellettuale, chi ha funzione critica, deve, in questo spazio globale davvero inventare un nuovo linguaggio.

Keywords