lo Squaderno (Sep 2012)
Sul mito della “partecipazione cittadina” a Barcellona Dall’urbanismo franchista al “modello” democratico
Abstract
Vivevo a Barcellona già da un paio d’anni quando sentii parlare per la prima volta del “modello Barcellona”. La nuova città in cui abitavo non era semplicemente pianificata: si era trasformata in un modello, in un ideale a cui tendere; un esempio di città, valido per altri luoghi, ma soprattutto per le zone di essa che ancora non vi avevano aderito. Il fascino delle Ramblas, l’ambiente notturno del Raval, la movida nelle piazze del barrio de Gràcia, erano in gran parte sensazioni create a tavolino, prodotti di una politica urbana prestabilita.