Carte Romanze (Dec 2017)
Il colorito linguistico della «Commedia». Una questione da riaprire?
Abstract
L’articolo affronta il problema dell’aspetto linguistico della Commedia nella prospettiva dell’edizione critica del poema. Si sostiene che la soluzione piú economica resta quella di scegliere, come manoscritto-base di riferimento, un codice di area fiorentina, contro le ipotesi avanzate da alcuni studiosi (Sanguineti, Trovato) di adottare la veste formale dell’Urbinate lat. 366 (= Urb), di area emiliano-romagnola. Al contempo, però, si dichiara di abbandonare il canone del Trivulziano 1080 (= Triv), esemplato da Francesco di ser Nardo da Barberino nel 1337, fino ad oggi considerato dalla gran parte degli editori della Commedia (Vandelli, Casella, Petrocchi, Lanza, Inglese), il testimone piú affidabile per la lingua di Dante; e si additano, come modelli alternativi, superiori a Triv, i codici Parm (soprattutto) o Fior. Pal. 319, rientranti nei limiti cronologici dell’antica vulgata di Petrocchi (ma il secondo non rientra fra i codici-base dello studioso). The paper focuses on the linguistic features of Dante’s Comedy. To this aim, the most economical solution is to choose a Florentine codex as a reference manuscript, in contrast to some scholars (Sanguineti, Trovato) who suggested adopting the formal aspect of the Urbinate lat. 366 (= Urb) from Emilia-Romagna. However, the paper states that the canon of Trivulziano 1080 (= Triv, a manuscript copied by Francesco di Ser Nardo da Barberino in 1337) is abandoned, that is the manuscript that so far most editors of Dante’s Comedy (Vandelli, Casella, Petrocchi, Lanza, Inglese) have considered the most reliable witness as far as Dante’s language is concerned. Moreover, manuscripts Parm (particularly) or Fior. Pal. 319 are singled out as alternative models, better than Triv. They belong to the same periods as Petrocchi’s antica vulgata (but the se- cond manuscript is not listed among the base-codices used by the editor).
Keywords