Journal of Biomedical Practitioners (Jun 2019)

Proposta di trattamento fisioterapico in pazienti con conflitto femoro - acetabolare

  • Elena Peruzzi,
  • Mariella Agresti

DOI
https://doi.org/10.13135/2532-7925/3378
Journal volume & issue
Vol. 3, no. 1

Abstract

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Obiettivi dello studio Il Conflitto femoro-acetabolare (Femoro-acetabular Impingement - FAI) è una comune causa di dolore all'anca che può interessare una vasta gamma di pazienti. L’obiettivo primario di questo studio è quello di proporre un trattamento fisioterapico basato sulla letteratura, per pazienti con diagnosi recente di FAI, e valutare la sua efficacia, per quanto riguarda la riduzione della sintomatologia e il miglioramento della funzionalità dell’anca. Esso si ricollega ad un lavoro di recente pubblicazione1, svolto da un’equipe multidisciplinare del presidio ospedaliero di San Marcello Pistoiese, con lo scopo ultimo di individuare precocemente questa condizione e iniziare un programma di prevenzione fisioterapica, che possa ritardare il più possibile il ricorso a strategie di trattamento più invasive. Materiali e metodi Sedici soggetti con FAI, 4 maschi e 12 femmine, hanno rispettato i criteri di eleggibilità e sono stati arruolati nello studio. Il protocollo di trattamento messo in atto, basato su potenziamento e stretching dei muscoli dell'anca, ed esercizi di core stability, è stato stabilito a seguito di un'indagine condotta su studi già presenti in letteratura. Le misure di outcome utilizzate per valutare l’efficacia del trattamento sono state: la misurazione di Passive Range of Motion (pROM) eActive Passive Range of Motion (aROM), in flessione, abduzione, rotazione interna ed esterna, dell'anca interessata da FAI; la Numerical Rating Scale (NRS); un Patient-Reported Outcome, ovvero il Hip Outcome Score-ADL (HOS-ADL). Esse sono state raccolte all'inizio dello studio (T0), al termine dell'intervento fisioterapico previsto (T1) e ad un follow-up a distanza di 4 mesi (T2). Risultati C’è stata una significativa riduzione della percezione del dolore, sia tra T0 e T1, che tra T1 e T2 (P< 0,05). Il range articolare di tutti i movimenti considerati, sia passivi che attivi, è aumentato in modo significativo (P < 0,05) al termine del trattamento (T1); a distanza di 4 mesi, sono risultati statisticamente significativi (P < 0,05) un ulteriore miglioramento della flessione (attiva e passiva) e dell'abduzione attiva, e una riduzione della rotazione interna (attiva e passiva). Per quanto riguarda la scala HOS-ADL, c’è stato un aumento significativo (P < 0,05) sia dello score primario che dello score secondario alla fine del trattamento (T1); al follow up (T2), lo score secondario è ulteriormente aumentato in modo significativo (P < 0,05). Conclusioni Il trattamento fisioterapico proposto è stato ben tollerato dai pazienti ed ha condotto a risultati molto positivi, i quali sembrano mantenersi anche a distanza di mesi dalla sua conclusione. Questi risultati dovrebbero incoraggiare studi futuri su un campione più grande e con un follow up più lungo, i quali potrebbero portare a conclusioni più solide.

Keywords