Dante e l'Arte (Dec 2015)

L’orgoglio identitario e lo ‘spirito di Dante’

  • Francesco Bissoli

DOI
https://doi.org/10.5565/rev/dea.42
Journal volume & issue
Vol. 2

Abstract

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Ripercorrendo la storia della ricezione di Dante nella musica, si nota che il terreno più fertile è stato quello della musica ‘a programma’, specialmente per orchestra o per pianoforte: giusta la fortuna della ‘cultura dell’interpretazione’, determinati luoghi danteschi diventano fonte d’ispirazione, a livello di suggestioni estetiche. La produzione ovviamente s’infittisce intorno al 1865, anno delle celebrazioni per il sesto centenario dantesco, collegandosi all’idea della capacità, insita nella poesia dantesca, di rigenerare la vita sociale e culturale dell’Italia finalmente unificata, ma alla ricerca di un’identità nazionale, perché di fatto ancor frammentaria. Le numerose manifestazioni organizzate acquisirono spesso un significato politico e si caricarono talora di significati irredentistici. Particolarmente articolate furono quelle che si tennero a Firenze, neocapitale italiana, tra il 14 e il 16 maggio. Parte rilevante dei festeggiamenti, le iniziative musicali furono poste sotto la supervisione di Teodulo Mabellini, il quale, sulla scorta dei festival stranieri, incentivò assai la musica corale: numerosi brani di contenuto patriottico furono eseguiti da masse di centinaia di persone. Mabellini stesso offrì per l’occasione il suo contributo con la ponderosa partitura della cantata Lo spirito di Dante. Si tenne inoltre la prima esecuzione di una nuova sinfonia ispirata alla Divina Commedia, composta da Giovanni Pacini, su tema proposto da Abrano Basevi.

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