Journal of Biomedical Practitioners (Nov 2018)

La morfometria: strumento per la classificazione di strutture anatomiche nell’ambito dell’attribuzione di identità forense

  • Nello Balossino,
  • Mario Coriasco,
  • Sergio Rabellino

DOI
https://doi.org/10.13135/2532-7925/3037
Journal volume & issue
Vol. 2, no. 2

Abstract

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Obiettivo Nell’ambito dell’attribuzione di identità a fini forensi, ci si pone il problema di oggettivare i criteri che portano al riconoscimento di un soggetto, perché ritenuto colpevole di un reato o per scagionarlo. Rendere oggettivo il riconoscimento significa potersi avvalere di metodi e metodologie consolidate e provate che, con responsi analitici, siano in grado di superare il limite della prova testimoniale, potenzialmente soggetta a distorsioni percettive e a falsi ricordi. Materiali e metodi L’estrazione da immagini digitali di informazioni semantiche relative a forme, avviene tramite operazioni di segmentazione, binarizzazione, ma soprattutto di rappresentazione e descrizione, secondo tecniche e metodi matematico/geometrici e con l’ausilio di algoritmi appropriati che automatizzano l’estrazione, l’analisi e la comparazione delle informazioni. Risultati Partendo dalle metodiche classiche per la rappresentazione e descrizione di forme, è possibile determinare dei descrittori del volto robusti rispetto a trasformazioni di roto-scalo-traslazione; le stesse metodiche sono estendibili a tutti gli ambiti in cui si renda utile la comparazione di forme relative al corpo umano su cui siano individuabili punti di repere e descrittori significativi. Conclusioni Grazie all’uso di descrittori robusti del volto, è possibile potenziare la valutazione di compatibilità nell’attribuzione di identità di soggetti, valutazione che si avvale di elementi oggettivi e inconfutabili. Gli stessi criteri sono potenzialmente estendibili a diversi ambiti in cui sia utile un confronto biometrico delle immagini.

Keywords