Formazione & Insegnamento (Aug 2019)

Rappresentazione dello spazio ed egocentrismo percettivo

  • Pio Alfredo Di Tore

Journal volume & issue
Vol. 17, no. 2

Abstract

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L’articolo presenta i risultati di una ricerca sulla rappresentazione dello spazio e sul perspective taking in età evolutiva, volta ad indagare due temi specifici: l’età in cui il bambino abbandona, di norma, l’egocentrismo percettivo, e le differenze di genere nella gestione dei sistemi di riferimento spaziale. Il lavoro affronta il tema con uno strumento non abusato per questo campo, un videogame, progettato e sviluppato ad hoc, che ha costituito lo strumento di raccolta dei dati per il progetto di ricerca sperimentale. Il lavoro inizialmente approfondisce il tema della rappresentazione dello spazio nel bambino, da Piaget alle neuroscienze, descrivendo i sistemi di riferimento concorrenti nella rappresentazione dello spazio, l’impianto concettuale piagetiano, riportando il dibattito scientifico sulle “tre montagne” e sulla teoria spaziale dell’empatia. Descritto il framework concettuale, il testo illustra il disegno di ricerca, il percorso di design e sviluppo del videogame, la modalità di raccolta dei dati e discute i risultati ottenuti. Il percorso sperimentale ha portato a constatare come i processi cognitivi coinvolti nelle attività peculiari di rappresentazione dello spazio siano processi coinvolti nella gestione delle modalità di relazione intersoggettiva. La fascia di età compresa tra 6-7 anni e 12-13 anni è il periodo in cui il bambino apprende il cambiamento di punto di vista, in senso letterale e, in accezione ampia, realizza che il mondo non può essere visto a senso unico, che lo spazio si può manipolare, che è possibile prendere in considerazione i pensieri e le emozioni altrui. È l'età in cui si sviluppa la capacità di empatia, intesa come la capacità di rimanere se stessi mettendosi al posto degli altri posto di altri, per vedere il mondo con gli occhi altrui.