Aisthema: International Journal (Mar 2020)

Adorno e il nominalismo musicale

  • Martin Evan Jay

Journal volume & issue
Vol. 6, no. 1
pp. 1 – 39

Abstract

Read online

The challenge of nominalism in philosophy and theology to the reality of universals has been a motor of modern thought. Translated into aesthetic terms, it has abetted resistance to generic conventions and helped undermine essentialist notions of aesthetic form. Theodor W. Adorno had a characteristically dialectical response to nominalism, applauding its subversion of categorical reifications, but alarmed by its indiscriminate leveling of the distinction between concept and object, which could also efface the distinction between works of art and everyday objects. In musical terms, he appreciated the nominalist emphasis on individual works as opposed to generic formal categories, and praised Arnold Schoenberg's atonal revolution. But he was also aware that carried to an extreme, nominalism could lead to the subjective domination of a nature that was understood to be without essential characteristics of its own. In his late embrace of musique informelle, he admired a music that eschewed both reified categories and subjective domination of the apparent contingency of the material world, a music that expressed a nominalism that might better be called “magical” than “conventional.” La sfida del nominalismo alla realtà degli universali (sia in filosofia che in teologia) è stata un motore del pensiero moderno. Tradotta in termini estetici, ha favorito la resistenza alle generiche convenzioni e ha contribuito a minare le nozioni essenzialiste della forma estetica. Theodor W. Adorno ebbe una risposta tipicamente dialettica al nominalismo, plaudendo alla sua sovversione delle reificazioni categoriche, ma allarmato dal suo livellamento indiscriminato della distinzione tra concetto e oggetto, che poteva anche cancellare la distinzione tra opere d'arte e oggetti di uso quotidiano. In termini musicali, ha apprezzato l'enfasi nominalista sui singoli lavori rispetto alle generiche categorie formali e ha elogiato la rivoluzione atonale di Arnold Schoenberg. Ma era anche consapevole del fatto che, portato all'estremo, il nominalismo poteva condurre al dominio soggettivo di una natura considerata priva di proprie caratteristiche essenziali. Nella sua tardiva riflessione sulla musique informelle, ammirò una musica che evitava sia le categorie reificate che il dominio soggettivo dell'apparente contingenza del mondo materiale, una musica che esprimeva un nominalismo che avrebbe potuto essere meglio chiamato "magico" piuttosto che "convenzionale".

Keywords