Formazione & Insegnamento (Aug 2017)

L’Oratorio oggi, ponte possibile tra educazione formale e informale. I pilastri dell’educazione secondo il Rapporto Delors nell’ipotesi ermeneutica ed ecologica dell’oratorio

  • Maria Chiara Castaldi

Journal volume & issue
Vol. 15, no. 2 Suppl.

Abstract

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Ricchissimo di stimoli per la ricerca pedagogica è il Rapporto all’UNESCO Nell’Educazione un tesoro del 1996 che, a distanza di vent’anni dalla sua elaborazione, interpella ancora oggi le ricerche e gli studi in ambito educativo-formativo nelle società postmoderne e globalizzate. Tra i temi trattati il nesso educazione – democrazia viene presentato come uno dei nodi decisivi delle politiche educative a livello globale. Dal 1996 a oggi si sono moltiplicate le modalità educativo-relazionali dal precipuo carattere informale e non-formale, accanto ad un progressivo disorientamento delle modalità paidetiche istituzionali. Nell’ampio spettro delle pratiche educative non-formali una pista originale è quella oratoriana: l’oratorio come ambiente educativo “totale”, aperto a tutti i giovani, senza distinzioni di classe, cultura, società (Braido, 1962, p. 156). Oratorio come ponte tra il formale e l’informale, in cui saper conoscere, saper fare, saper vivere insieme e saper essere costituiscono le condicio sine qua non di una progettualità educativa che si incardina in una “visione che mette in risalto lo sviluppo della persona nella sua interezza” (Delors, 1996, p. 80). In questo lavoro si è tentato di rintracciare nell’intersezione tra formale, non-formale e informale propria dell’oratorio, quegli elementi di continuità-innovazione che possono rivelarsi veri e propri luoghi del benessere (Clarizia, 2014) complementari al contesto scuola, progettati ed esperiti come spazi di significazione e di reciprocità autentica e condivisa.