Enthymema (Feb 2023)

La voce di Ariel

  • Mattia Mossali

DOI
https://doi.org/10.54103/2037-2426/19020
Journal volume & issue
no. 31

Abstract

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Questo articolo propone un approfondimento sull’ultima fase della poetica di Sylvia Plath. Attraverso la lettura e il commento di alcuni testi dalla raccolta Ariel, nell’edizione restaurata che corrisponde alla sequenza nient’affatto casuale concepita dalla poetessa, si tracceranno le coordinate di un progetto che richiama le antiche cosmologie, dal momento che Plath prova a dare vita a un mondo, nuovo e più intimo, finalmente libero da dolorose separazioni. Pare indubbio che i componimenti per Ariel siano pervasi da un senso di creazione; come ha sottolineato Nadia Fusini, ciò a cui il lettore assiste è un vero e proprio miracolo di transustanziazione, attraverso cui Plath trasforma la sua scrittura in organismo vivente. Nell’intento di chiarire questa affermazione, nell’articolo si sostiene che, in Ariel, Plath non si nasconde più dietro la tecnica acquisita; al contrario, creatore e creatura nei testi della maturità diventano la stessa cosa. È questo l’inizio di un percorso che la porterà non solo a diventare Poeta, ma a farsi poesia.

Keywords