Études romanes de Brno (Nov 2016)
"Il sottile veleno di tossiche fluorescenze": paesaggi urbani nella letteratura romena italografa tra emarginazione e soggettivazione
Abstract
Il presente intervento si propone di evidenziare all'interno della produzione letteraria romena italografa il rapporto disforico, alienante e spersonalizzante che il migrante instaura con il nuovo habitat, la nuova realtà. Vi si analizzano le valenze molteplici che si dispiegano in relazione allo spazio urbano: in particolar modo la ripresa dell'eredità simbolista nella riproposizione di topoi legati alla figura del poeta-clochard, le declinazioni contemporanee dell'uomo-merce e scarto nella società dei consumi, il migrante come "margine", soggetto dis-patriato e decentrato. Elementi narrativi costanti nella letteratura romena sono i due diversi timori che scandiscono la vita del migrante: il timore di cedere alla tentazione del richiamo verso le proprie origini attraverso l'idealizzazione del regime comunista, da un lato, e la paura di lasciarsi irretire dalle lusinghe ("le tossiche fluorescenze") del consumismo nella nuova dimensione, dall'altro. Questi due sentimenti sono alla base delle strategie di appropriazione dello spazio e conseguente processo di soggettivazione personale.
Keywords