Studi di Storia Medioevale e di Diplomatica: Nuova Serie (Dec 2019)

Prout alii de comuni. Aristocratici, comunità e la nuova consuetudine delle decime in diocesi di Como (secoli XIV-XVI)

  • Massimo Della Misericordia

DOI
https://doi.org/10.17464/9788867743520
Journal volume & issue
no. 3

Abstract

Read online

Il saggio approfondisce alcune implicazioni sociali del trasferimento dei diritti di decima dalle famiglie signorili alle comunità avvenuto nella montagna lombarda nel basso medioevo. Gli aristocratici mutarono la propria identità sociale, mentre anche da un punto di vista fiscale e politico stavano assumendo nuove posizioni davanti alle comunità: da uomini letteralmente ‘fuori dal comune’, che esigevano le decime dai coltivatori della terra ma non le pagavano, a membri delle comunità, che condividevano queste risorse, ma anche questi oneri, con i vicini. Anche quando essi mantennero i canonicati del duomo o delle pievi, nelle cui prebende erano comprese prerogative decimali, o le posizioni di riscossori dei proventi della chiesa episcopale, dovettero riconoscere la forza acquisita dalle comunità, affidando loro in locazione i diritti di esazione. Un nuovo assetto consuetudinario – il possesso di fatto inamovibile in cambio di canoni stabili nel tempo – consolidò le acquisizioni di queste ultime. Quando tale quadro fu alterato, le comunità non mancarono di farsi valere con successo in sede giudiziaria contro i loro avversari. Il processo si svolse in modo molto differenziato nell’area alpina ed anche nelle valli lombarde, ma certamente identifica una regione in cui la diffusa aspirazione del mondo contadino europeo di gestire le decime come un bene della collettività poté trovare realizzazione mutando ma al contempo mantenendo, di norma senza radicali rotture di tipo ribellistico come altrove, il quadro istituzionale e giuridico tradizionale.

Keywords