Enthymema (Dec 2019)

I classici ‘proibiti’ nell’età vittoriana tra pornografia e poesia saffica

  • Stefania Arcara

DOI
https://doi.org/10.13130/2037-2426/11978
Journal volume & issue
no. 24

Abstract

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Questo saggio si serve degli strumenti metodologici degli studi culturali e di genere, dei Translation Studies e della critica letteraria femminista per esaminare i modi in cui i testi classici con un contenuto sessualmente esplicito, o socialmente inaccettabile perché omoerotico, circolano nella cultura vittoriana attraverso diverse strategie traduttive ed editoriali. Se, da una parte, l’età vittoriana è stata definita «the great age of expurgation» per la tendenza censoria di curatori e traduttori, dall’altra l’Inghilterra vittoriana vede una proliferazione di discorsi sul sesso. Nella seconda metà dell’Ottocento fiorisce la produzione di pornografia, mentre le discipline dell’antropologia e della sessuologia rendono il desiderio sessuale oggetto di studio ‘scientifico’ – tutti ambiti discorsivi che attingono alle traduzioni dei classici. Al tempo stesso, l’Ellenismo tardo-vittoriano svolge un ruolo centrale nella riconfigurazione dei discorsi su sessualità e genere: la classicità viene evocata ai fini di una legittimazione culturale dell’omosessualità maschile, mentre l’omoerotismo della poesia di Saffo, puntualmente soppresso dai traduttori, alla fine del secolo viene rivelato al grande pubblico nel volume di traduzioni a cura di Henry Wharton, Sappho. Questo volume ispira la creazione di un nuovo linguaggio poetico, per la prima volta apertamente omoerotico, nelle liriche saffiche raccolte in Long Ago da ‘Michael Field’ (Katherine Bradley e Edith Cooper). La traduzione dei classici ‘proibiti’, lungi dall’essere mero oggetto di bowdlerization, emerge così come uno degli ambiti che regolamentano, e al tempo stesso alimentano, la produzione di discorsi sul sesso nell’Inghilterra vittoriana e la creazione di nuovi linguaggi poetici nella letteratura inglese.

Keywords