Hystrix, the Italian Journal of Mammalogy (Oct 2003)

Caratterizzazione di presunte predazioni di lince (<em>Lynx lynx</em>) in Friuli Venezia Giulia

  • Antonella Stravisi,
  • Ernesto Pascotto,
  • M. Colitti,
  • G. Stradaioli,
  • Stefano Filacorda

DOI
https://doi.org/10.4404/hystrix-14.0-4226
Journal volume & issue
Vol. 14, no. 0

Abstract

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Dal 1998 al giugno del 2003 sono state registrate in Friuli Venezia Giulia 38 predazioni attribuibili alla lince. Nel presente studio sono stati considerati solamente 23 casi, a carico di capriolo, cervo e capra attribuibili alla lince con un grado di sicurezza Q2 (segni indiretti rilevati da personale qualificato formato attraverso corsi specifici). Il capriolo è la specie più frequentemente predata (78% dei casi considerati e 90% di quelli su specie selvatiche). Il 94% dei caprioli predati sono femmine, da 1 a 4 anni. L?altitudine dei siti di predazione varia tra i 110 (Carso) ed i 1320 m s.l.m. (Alpi Giulie) in funzione della stagione (media=814), mentre l?altitudine media del totale delle segnalazioni (n=66) è stata di 827 m (min=105 m s.l.m., max=2000 m s.l.m.). Dalla valutazione necroscopica di 20 carcasse (15 caprioli, 2 cervi e 3 capre) è risultato che gli animali vengono attaccati con morsi localizzati alla parte facciale della testa (regioni masseterina e temporo-mandibolare) e alle regioni laterali e ventrali nella porzione craniale del collo. I morsi appaiono non laceranti, a margini netti e i fori dei canini di diametro 5 mm e distanza 25-30 mm. Per la valutazione del consumo della carcassa sono stati esclusi gli animali che non presentavano alcun consumo o con evidenti segni di alimentazione da parte di necrofagi e quelli ritrovati dopo più di 24 ore dal momento della morte. Il consumo medio è pari a 3.2 kg (n=11; d.s.=1,1 kg), corrispondenti al 15% dell'animale (d.s.=5%). È interessata prevalentemente la muscolatura degli arti posteriori (regione glutea e della coscia), consumata nel 100% dei casi e in media per il 36% (d.s.= 13%) delle quote muscolari disponibili. La muscolatura della regione spalla-braccio e quella della parte facciale della testa (mm. massetere e, solo parzialmente, pterigoideo e digastrico) sono consumate rispettivamente nel 18% (media consumo 23%, d.s.=11%) e nel 27% dei casi (media consumo 43%, d.s.=12%). Per quanto riguarda i visceri, alcuni organi pelvici (apparato genitale femminile e retto) sono consumati nel 18% dei casi, gli organi addominali e toracici non sono mai interessati. Raramente (9% dei casi) vengono consumati alcuni organi cefalici (es. lingua ed esofago). Nel caso di predazioni attribuibili ad individui subadulti si osserva un frequente consumo di alcuni organi pelvici tra cui in particolare il retto e l?apparato riproduttore femminile. Eventuali feti e annessi fetali presenti non sono mai interessati. Il consumo della muscolatura cefalica e quello dei visceri pelvici sono correlati positivamente (r=0,85), emergono inoltre relazioni negative tra il consumo totale della regione glutea e della coscia e quello delle altre regioni anatomiche. I dati, in particolare quelli riferiti alla modalità e quantità del consumo carneo nelle prime 24 ore, appaiono coerenti con quelli riportati in bibliografia e ottenuti da studi di telemetria: 3,2-3,4 kg per notte (± 1,7 kg) in funzione del sesso.