Formazione & Insegnamento (Apr 2017)
Le connessioni formative del pensiero critico
Abstract
Il “Pensiero Critico”, è comparso nella cultura occidentale in tempi remoti e da allora non è mai stato trascurato dagli studiosi. La sua incontrastata importanza è stata affermata in vari ambiti, tanto da essere stato riconosciuto come essenziale per un piano educativo completo. La sua posizione di centralità scaturisce da alcuni particolari aspetti. Innanzi tutto, è stato il fattore scatenante di una delle più grandi rivoluzioni della pedagogia moderna: il movimento dell’attivismo pedagogico di Dewey, che ha spostato l’attenzione dagli insegnanti e dalle informazioni da trasmettere, agli allievi e ai loro processi di elaborazione delle esperienze. In secondo luogo, il pensiero critico, per sua stessa definizione, ricopre molti aspetti della vita di una persona: è conoscenza, è applicazione, ma soprattutto è un atteggiamento; influenza l’indipendenza delle persone e quindi ha forti ripercussioni su tutta la società. Inoltre, crea connessioni con tutte le altre forme di pensiero e funge da abilità trasversale che permette il passaggio continuo e fluido da una forma di pensiero all’altra. Per formare individui completi ed equilibrati è pertanto opportuno incrementare l’educazione del pensiero critico anche nei contesti di istruzione formale, affinché tale formazione possa iniziare da piccoli e prevenire alcune delle tipiche distorsioni interpretative a cui siamo portati per natura. Educare al pensiero critico non significa “far pensare in modo critico” ma solamente aiutare a sviluppare alcune delle abilità alla base del pensiero critico. Per farlo non esiste una strategia universalmente valida, ma contano la varietà delle esperienze che è possibile offrire e il dialogo, la collaborazione, che si creano durante tale percorso.