AIB Studi (Dec 2012)
La biblioteca pubblica locale tra Comune, Regione e Stato: una contesa senza contendenti
Abstract
Trattare di legislazione bibliotecaria può sembrare un approccio un po' accademico al mondo delle biblioteche, certamente astratto. Non è così: i principi e gli indirizzi che la legislazione individua e pone come linee guida vanno a incidere profondamente sul tessuto connettivo ed organizzativo dell’oggetto in questione, in questo caso le biblioteche pubbliche locali. Esse sono a tutti gli effetti istituzioni chiamate a svolgere un servizio pubblico, e sono condizionate nella loro attività e nel loro funzionamento proprio dalla normativa che di esse si occupa – o si occupa male, o non si occupa affatto. La legislazione regionale vigente in materia di biblioteche colpisce per la sua staticità, ripetitività e obsolescenza. Questo copioso insieme di norme – approvato in gran parte negli anni Ottanta del Novecento e ripreso in alcuni casi nel decennio passato al solo scopo di riallinearlo (senza novità sostanziali) al nuovo Codice dei beni Culturali e del Paesaggio (D. lgs. 42/2004) – è tutt’ora impostato e costruito intorno a principi e finalità in gran parte superati. Per non vedere afflosciarsi e cadere nel nulla l'investimento qualitativo fin qui prodotto ed economicamente sostenuto da gran parte dalle municipalità, sembra a questo punto urgente e necessario procedere a una radicale reimpostazione normativa dei servizi bibliotecari pubblici, anche a fronte dei cambiamenti che nel frattempo sono intervenuti in quella che oggi viene definita “società dell’informazione”.