Hystrix, the Italian Journal of Mammalogy (Oct 2003)
<em>Plecotus alpinus</em>: primi dati sull'utilizzo dell'habitat
Abstract
Negli ultimi anni il numero delle specie di Chirotteri note per l?Europa si è accresciuto, grazie all?uso di tecniche di genetica molecolare, ed in particolare il genere <em>Plecotus</em> è quello che ha registrato maggiori cambiamenti con la descrizione di tre nuove specie: <em>Plecotus kolombatovici</em>, <em>P. alpinus</em> e <em>P. sardus</em> (Kiefer & Veith, 2001; Mucedda <em>et al.</em>, 2002). Alla luce di queste nuove scoperte, la distribuzione geografica e le preferenze dell?habitat delle due specie ?storiche? di Orecchione in Europa, <em>Plecotus auritus</em> e <em>P. austriacus</em>, dovrebbero essere riviste: in questo contesto si inserisce l?indagine svolta nel Parco Regionale Campo dei Fiori (in provincia di Varese) sulla prima colonia riproduttiva di <em>Plecotus alpinus</em> segnalata per la regione Lombardia. Al fine di valutare le preferenze nell?uso dell?habitat e le direttrici di spostamento preferenziali di tale specie, nonché per l?identificazione di siti di rilevanza per l?allevamento della prole, si è fatto ricorso a tecniche di radiolocalizzazione, subordinate alla cattura a vivo degli animali. Le catture si sono svolte nel periodo 15 giugno ? 15 agosto del 2002 e del 2003. Per ogni individuo catturato, oltre alla determinazione di specie, sesso e classe d?età, sono stati rilevati i dati biometrici e prelevati campioni di tessuto destinati all?analisi genetica. Sono state inoltre registrate le emissioni ultrasonore. Durante il primo anno di indagine sono state seguite mediante radiolocalizzazione 5 femmine adulte (4 allattanti ed una non allattante) e due femmine subadulte, mentre durante il secondo anno sono state munite di radiocollare 6 femmine adulte (5 allattanti ed una non allattante) ed una femmina subadulta. Ai pipistrelli è stato applicato un emettitore radio (<em>tag</em> modello LB-2, Holohil Systems Ltd, Ontario, Canada). Il segnale emesso è stato ricevuto in campo mediante l?utilizzo di radio (Wildlife Materials, Inc.) connesse ad antenne <em>Yagi</em> a tre elementi. Ogni animale è stato seguito a partire dall?uscita dal <em>roost</em> fino al definitivo rientro all?alba del giorno successivo, per tutto il periodo in cui il <em>tag</em> risultava attivo (7-10 giorni) e ne è stata rilevata la posizione almeno ogni quindici minuti. I dati ottenuti sono stati integrati su Sistema Informativo Territoriale (GIS) ARC/INFO 8.2 al fine di poter procedere all?elaborazione dei dati di localizzazione per l?analisi dei domini vitali e la definizione dei corridoi di spostamento e delle principali aree di foraggiamento. Dai dati ottenuti è risultato che la maggior parte degli individui indagati utilizza più di un sito di foraggiamento intorno al <em>roost</em> e nelle zone limitrofe del <em>roost</em> stesso, oltre a prati ed a una zona umida, presenti nelle immediate vicinanze e sfruttati non soltanto come sito di foraggiamento ma anche come punto di abbeverata. I domini vitali e le <em>core area</em> risultano del tutto confrontabili in termini di grandezza per la maggior parte degli animali radiomarcati; tuttavia, alcuni individui hanno effettuato spostamenti dell?ordine di 5-6 chilometri dal sito di rifugio. Per definire le caratteristiche ambientali delle zone maggiormente frequentate, è stato utilizzato l?indice di Ivlev, considerando la classificazione delle tipologie di copertura del suolo secondo la cartografia CORINE, livello III.