Italiano LinguaDue (Jun 2024)

LA PEDAGOGIA LINGUISTICA NELLA PROPOSTA EDUCATIVA DI GEMMA HARASIM

  • Alessia Casteni,
  • Elena Felicani

DOI
https://doi.org/10.54103/2037-3597/23863
Journal volume & issue
Vol. 16, no. 1

Abstract

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La voce di Gemma Harasim, maestra fiumana, si inserisce nel panorama delle proposte didattiche per l’insegnamento della lingua tra Ottocento e Novecento: nei contributi in rivista pubblicati sui «Nuovi Doveri» e nel volume Sull’insegnamento della lingua materna, stampato nel 1906, Harasim indica tra le pagine una via di formazione linguistica a partire dall’osservazione delle cose. Il contributo si propone di portare l’attenzione su un progetto didattico innovativo: l’autrice offre «modeste discussioni didattiche», spunti di riflessione e di applicazione per costruire un metodo per l’insegnamento della lingua che, da un processo di scoperta naturale e intuitivo delle cose, conduca solo in un poi allo studio delle regole della grammatica. Partendo dall’assunto secondo cui «vale più la pratica che la grammatica», la proposta è quella di proporre una didattica della lingua a partire dalle situazioni reali, con un percorso che dal noto porti all’ignoto, dalle cose alle parole. Language pedagogy in the educational proposal of Gemma Harasim Gemma Harasim, a teacher from Rijeka, the former city of Fiume, makes her voice heard between the 19th and 20th centuries in the field of pedagogy as far as the didactics of the Italian language is concerned. In her articles issued on the educational magazine “Nuovi Doveri” as well as in her book Sull’insegnamento della lingua materna published in 1906, Harasim suggests a path towards the development of a linguistic thinking originating from the mere observation of things. Such contribution aims at spotlighting a truly innovative educational project: the author offers what she calls « modeste discussioni didattiche», which are hints for reflection and also for practical application. Her goal is to build a teaching model for languages starting from a natural and intuitive discovery process of things and leading only afterwards to the acquisition of grammar rules. Based on the assumption that «vale più la pratica che la grammatica», Gemma Harasim suggests languages should be taught with real and practical situations as a starting point, where what we know leads to what we don’t know in the same way things lead to words.