Linguistica (Nov 1975)

Discorso e pragmatic della comunicazione

  • Cesare Segre

DOI
https://doi.org/10.4312/linguistica.15.1.173-179
Journal volume & issue
Vol. 15, no. 1

Abstract

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«Dans son acception linguistique moderne, le terme de discours désigne tout énoncé supérieur à la phrase, considéré du point de vue des règles d'enchaînement des suites de phrases. La perspective de l'analyse de discours s'opose done à toute optique tendant à traiter la phrase comme l'unité linguistique terminale». Questa definizione del Dictionnaire de linguistique di J. Dubois, M. Giacomo, L. Guespin, Ch. Marcellesi, J.-B. Marcellesi,. J.-P. Mevel (Paris, Larousse, 1973) è sufficiente per definire il concetto, alla cui storia e alle cui implicazioni dedicherò un altro lavoro. E' un concetto sviluppato dalla linguistica postsaussuriana con varietà di accenti, ma con sostanziale concordia sui suoi legami con la situazione in cui il discorso viene emesso. Si tratta dellato pragmatico della comu­ nicazione, già ben percepito da Ch. Morris (Lineamenti di una teoria dei segni, Torino 1954 [Chicago 1938]): «Con 'pragmatica' designamo la scienza del rap porto dei segni coi loro interpreti»; essa dratta gli aspetti biotici della semiosi, cioè tutti i fenomeni psicologici, biologici e sociologici che intervengono nel funzionamento dei segni» (p. 82); «La pragmatica tenta di sviluppare termini atti allo studio del rapporto dei segni con chi se ne serve e all'ordinamento sistematico dei risultati di tale studio» (pp. 90-91). Mentre per gli aspetti biologici e psicologici si sono sviluppati rami autonomi di ricerca, l'accento, in sede comunicativa, è stato posto prevalentemente sulla situazione (chiamata da alcuni contesto; termine che però è anche usato, da altri, per indicare l'assieme delle parole che compongono un testo).

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