Linguistica (Dec 2009)

Tra sicilianità e sicilitudine

  • Vincenzo Orioles

DOI
https://doi.org/10.4312/linguistica.49.1.227-234
Journal volume & issue
Vol. 49, no. 1

Abstract

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Tra i suffissi cosiddetti identitari, che esprimono e connotano una determinata appartenenza, conosce ultimamente in ambito italiano una crescente diffusione il tipo -itudine che ritroviamo ad esempio in sarditudine, russitudine, romagnolitudine e in altre consimili formazioni: si tratta di un paradigma derivazionale che possiamo considerare 'riattivato' dopo un periodo nel quale la sua produttività sembrava bloccata. A partire dalla caratterizzazione territoriale, -itudine finisce con l'acquistare la funzionalità di una marca di identità socioculturale e come tale ben si presta ad essere aggiunto, con una progressiva estensione funzionale, a forme nominali che evocano stili di vita (punkitudine), condizioni esistenziali (casalinghitudine, singletudine), o anche propensioni e idiosincrasie (gaffitudine). Alla base di tale nuova fortuna del modulo formativo possono essere collocate due espressioni pilota e cio è da una parte negritudine, che su sollecitazione del francese négritude si identifica con i valori delle civiltà dell'Africa nera, e dall'altra sicilitudine a cui ha garantito ampia risonanza la valenza pregnante propria dell'uso di Leonardo Sciascia. Il contributo mira ad approfondire in particolare la genesi dell'espressione sicilitudine individuandone l'onomaturgo in realtà nello scrittore Crescenzio Cane (1959) e cercando di delimitarne lo statuto rispetto alla forma concorrente sicilianità.

Keywords