Diacronie. Studi di Storia Contemporanea (Apr 2010)

Carcerazione politica e comunismo. Albania e Jugoslavia, due modelli a confronto

  • Marco Abram è dottore magistrale (Master’s degree) in Storia d’Europa (Bologna, 2008). Nel 2009 ha collaborato con il Muzej Istorije Jugoslavije di Belgrado ed è stato corrispondente dalla capitale serba per Osservatorio sui Balcani e Caucaso. Impegnato nella ricerca sulla Storia della Jugoslavia socialista è dottorando (Ph.D student) in “Storia: strutture e culture delle aree di frontiera” presso l’Università di Udine.,
  • Jacopo Bassi è dottore magistrale (Master‟s degree) in Storia d‟Europa (Bologna, 2008). Si è laureato in Storia della Chiesa presso l‟ateneo di Bologna con una tesi dal titolo Epiro crocifisso o liberato? La Chiesa ortodossa in Epiro e in Albania meridionale nel XX secolo (1912-1967). Attualmente si occupa di ricerche inerenti la storia della Chiesa ortodossa e la storia dell’Europa orientale e balcanica e collabora con le case editrici Il Mulino ed Éditions des Femmes.

Journal volume & issue
Vol. 2, no. 1
pp. 1 – 35

Abstract

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I regimi comunisti instauratisi nell’Europa orientale al termine del secondo conflitto mondiale hanno fatto ampio ricorso alla carcerazione come strumento di repressione della dissidenza politica e dell’autonomia intellettuale. L’Albania di Enver Hoxha e la Jugoslavia di Tito non fecero eccezione: i due paesi, tuttavia – confinanti geograficamente, ma politicamente molto distanti, pur nell’ambito del mondo comunista – hanno messo in atto strategie differenti, utilizzando il sistema carcerario con modalità non identiche. Finalità comune ad entrambi i regimi rimase quella di impedire l’insorgenza di gruppi in grado di minare l’autorità del Partito e dello Stato.

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