Acta Otorhinolaryngologica Italica (Apr 2017)

Sialendoscopy for salivary stones: principles, technical skills and therapeutic experience

  • F. Carta,
  • P. Farneti,
  • S. Cantore,
  • G. Macrì,
  • N. Chuchueva,
  • L. Cuffaro,
  • E. Pasquini,
  • R. Puxeddu

DOI
https://doi.org/10.14639/0392-100X-1599
Journal volume & issue
Vol. 37, no. 2
pp. 102 – 112

Abstract

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La scialoadenite cronica ostruttiva rappresenta una delle più frequenti patologie non-neoplastiche delle ghiandole salivari e la scialoendoscopia è sempre più utilizzata nella sua diagnosi e nel suo trattamento, associata o meno con la litotripsia laser. La scialoendoscopia può essere inoltre associata ad approcci esterni mini-invasivi nelle litiasi troppo voluminose per essere rimosse con un approccio unicamente endoscopico. Il presente articolo riporta l’esperienza delle Cliniche Otorinolaringoiatriche dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari, Italia. È stata eseguita un’analisi retrospettiva su 48 pazienti (26 femmine, 22 maschi; età media di 45,3 anni; range 8-83 anni) trattati per patologia cronica ostruttiva delle ghiandole salivari maggiori mediante procedure chirurgiche endoscopiche o combinate da novembre 2010 ad aprile 2016 presso l’Azienda-Ospedaliero-Universitaria di Cagliari. I risultati dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna erano stati precedentemente pubblicati. Gli aspetti tecnici della scialoendoscopia sono stati accuratamente descritti. I pazienti trattati presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari presentavano una patologia unilaterale in 40 casi e bilaterale in 8 casi; sono state trattate 56 ghiandole salivari maggiori (22 sottomandibolari e 34 parotidi). 5 pazienti sono stati sottoposti a scialoendoscopia bilaterale per parotite ricorrente giovanile, 10 per patologia ostruttiva non litiasica e 33 (68,75%) presentavano calcoli salivari (1 paziente presentava una litiasi parotidea bilaterale). Solo 8 pazienti sono stati sottoposti a scialectomia radicale per via esterna (5 scialectomie sottomandibolare e 3 parotidectomie). La chirurgia conservativa nei pazienti con scialoadenite cronica ostruttiva appare efficace e può essere realizzata mediante un approccio puramente endoscopico o combinato, con un’alta percentuale di successo. La procedura richiede una strumentazione adeguata e deve essere eseguita da un chirurgo esperto, che abbia svolto un training specifico scialoendoscopico, in modo da evitare le possibili complicanze maggiori e minori. La scialectomia tradizionale rappresenta la “extrema ratio”, limitata nei casi in cui un approccio conservativo sia risultato inefficace o controindicato.