Il Capitale Culturale: Studies on the Value of Cultural Heritage (Nov 2018)

I Buonaccorsi committenti d'arte fra Macerata e l'Italia: geografia, dinamiche e relazioni / The Buonaccorsi as patrons between Macerata and Italy: geography, dynamics and relationships

  • Francesca Coltrinari

DOI
https://doi.org/10.13138/2039-2362/1988
Journal volume & issue
Vol. 0, no. 0
pp. 15 – 55

Abstract

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Questo saggio si basa in gran parte su una ricerca d'archivio che ha permesso di conoscere meglio le personalità dei committenti della decorazione di palazzo Buonaccorsi, specialmente di Raimondo Buonaccorsi, e i loro rapporti con l'ambiente culturale e artistico locale, nazionale e perfino sovranazionale. Fra le maggiori novità emerse spiccano i rapporti con la famiglia romana dei Muti Bussi, intermediaria nelle forniture di argenterie, tappezzerie e di modelli aggiornati provenienti dalla Capitale e quella con la famiglia Albicini di Forlì, in seguito al matrimonio fra Lucrezia, primogenita di Raimondo Buonaccorsi, e il marchese Andrea, nel febbraio 1717. Agli Albicini si deve presumibilmente il contatto con Francesco Mancini, che lavora precocemente per la famiglia forlivese e che nel 1722 risulta in contatto epistolare diretto con Raimondo, accogliendo fra l'altro come allievo il figlio di un cocchiere di casa Buonaccorsi, Alessandro Ortolani. Altra inedita presenza nella raccolta Buonaccorsi è quella di Corrado Giaquinto, che nel giugno 1735 fornisce a Raimondo e al figlio Simone, all'epoca Vicelegato di Ferrara, due ritratti. Infine, il contributo analizza un caso di scambi artistici fra centro e periferia, relativo ai disegni per alcune cappelle nelle chiese maceratesi affidate alla bottega dei Giosafatti di Cingoli, in alcuni casi con il coinvolgimento di Raimondo Buonaccorsi. This paper is based on an archival research that allowed to better understand the personalities of the patrons of the Palazzo Buonaccorsi decoration, especially of Raimondo Buonaccorsi, and their relationship with the local, national and even supranational cultural and artistic environment. Among the major news are relations with the Roman family of Muti Bussi, intermediary in the supply of silverware, tapestry and updated models from Rome and with the Albicini family of Forlì, following the marriage between Lucrezia, Raimondo's eldest daughter, and the Marquis Andrea, in February 1717. Presumably it was thanks to the Albicini that Buonaccorsi hired Francesco Mancini, who in 1722 was in direct correspondence with Raimondo, and who welcomed as a pupil the son of a coachman of the Buonaccorsi family, Alessandro Ortolani. Another unpublished presence in the Buonaccorsi collection is that of Corrado Giaquinto, who in June 1735 painted two portraits for Raimondo and his son Simone, then Vicelegato of Ferrara. Finally, the paper analyzes a case of artistic exchanges between center and periphery, concerning the drawings for some chapels in the churches of Macerata entrusted to the workshop of the Giosafatti from Cingoli, in some cases with the involvement of Raimondo Buonaccorsi.