Altre Modernità (May 2018)

Il “prima” e il “dopo” nella narrazione del passato. Memoria di un adattamento industriale nella Sardegna centrale

  • Andrea Francesco Zedda

DOI
https://doi.org/10.13130/2035-7680/10128
Journal volume & issue
Vol. 0, no. 19
pp. 221 – 231

Abstract

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Tra il 1969 e il 1974 ha luogo in Sardegna una seconda fase di industrializzazione, successiva a quella che ha coinvolto Porto Torres, Assemini e Sarroch. Al centro del maestoso progetto industriale, inserito nel Piano di Rinascita della Sardegna e finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno [1], questa volta si trova la realizzazione di un importante stabilimento petrolchimico a Ottana, piccolo centro abitato ai piedi della Barbagia di Nuoro. Da quel momento ha inizio, fra gli abitanti del paese, un ambiguo processo narrativo che inserisce la scelta di Ottana, e l’operato industriale dello Stato, in un percorso storico locale che ha già visto l’intervento esogeno nell’epoca “gloriosa” del Medioevo, quando la località fu designata sede di un’importante Diocesi del centro Sardegna. Una visione “ciclica” nella narrazione del passato locale è, perciò, alla base di molti racconti dei protagonisti del percorso industriale, ed è su questo peculiare processo di descrizione del passaggio dal “prima” al “dopo” dell’industria che cerco di riflettere in quest’occasione. [1] La CasMez, ente pubblico nato nel 1950 e soppresso nel 1984, aveva il compito di finanziare attività economiche dirette a colmare il divario socio-economico tra Meridione e Settentrione